martedì 11 settembre 2012

(mal)Umore Settembrino.

Settembre. 
Finita l'estate. 
Finite le vacanze, finiti i soldi, finiti i saldi, si ricomincia. 
Hai voglia te a dire si ricomincia. 
Innanzitutto ti guardi addosso -insospettita da un curioso prurito alle giunture- e noti su di te il cambio della muta dei rettili, con chiazze bicolor tipo Pangea. O lasci scolorire l'abbronzatura, facendoti uno scrub con il vim clorex + la paglietta dei piatti, o ti ostini a farti ancora le lampade. In entrambi i casi, grande tristezza.
Per non parlare dei residuati da spiaggia: cavigliere tintinnanti, il braccialetto con la conchiglia ingiallita, la treccina di cotone sbiadita in testa. 
Torni al lavoro ma è tutto ancora nel limbo del non è più estate-non è ancora autunno; per strada macchine coi finestrini giù per il caldo, non abbastanza caldo da mettere il condizionatore, ma abbastanza caldo per sclerare a ogni curva-sorpasso-semaforo-frenata. E' un mese circa che assisto ad omicidi plurimi con l'aggravante dei futili motivi, ad ogni semaforo che attraverso. Quindi fai la strada (evitando i cadaveri di cui sopra) per andare al lavoro, mezza sgombra perchè è tutto a mezzo regime, si lavora ma non c'è scuola quindi non ci sono gli autobus quindi ci sono maratone di vecchietti ai marciapiedi, e arrivi al lavoro e la tua scrivania è come l'hai lasciata due settimane fa (facendogli il gesto dell'ombrello) solo con un dito di polvere sopra, che notoriamente ti fa partire con lo sprint necessario a suicidarti in dieci minuti inghiottendo un cubo di post-it. Svariati clienti  e fornitori sono ancora in parte in ferie,in parte latitanti perchè ti devono dei soldi e con la scusa delle ferie è più facile trovare Matteo Messina Denaro che un debitore. 
Arriva il capo, e -sfoggiando abbronzatura panza e aria rilassata da un mese di bagordi- impone, visto l'andazzo a ripresa lenta, di approfittare del momento di stanca per fare repulisti. Ma non lo space clearing, o qualcosa di vagamente costruttivo; no, è una specie di bootcamp del glassex, in cui hai dieci-massimo-dodici minuti di tempo per far sparire dalla scrivania qualsiasi derivato della cellulosa. Salvo poi, ovviamente, chiederti "dove hai messo quel foglietto di carta igienica...quello importantissimo con quei numeri sopra...." 


Tenti il sorriso di plastica del "Allora, come sono andate le vacanze?" mentre i sottotitoli sotto alla tua fronte stanno dicendo "stiamo ancora aspettando lo stipendio di luglio, brutto stronzo che non sei altro". 
Torni a casa e i marmocchi sono sclerati come tigri in gabbia perchè ancora non c'è la scuola,e i nonni sono appesi come i gatti alla carta da parati con le unghie che ti implorano di riportarteli a casa tua. Rientrando, sempre coi marmocchietti sclerati, vai a fare un pò di spesa, e noti gli scaffali della frutta che si riempiono di pere e mele e qualsiasi altro frutto color stanza di ospedale.
Per sopravvivere a settembre, provo a farmi due conti.
Fra tre mesi è Natale.
Non so se mi sono tirata su.

La rana freccia

3 commenti:

  1. bellissimo!!! sono schiantata con i gatti attaccati alla carta da parati e il colore ospedale della frutta! la vignetta poi, bellissima!!!

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  2. hahahaha!!!! Ti prego ma sono iooooo! E poi ma porca miseria.. solo due settimane? Che me ne faccio...? :(

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  3. siamo tutti nella stessa barca (anche se non consola, lo so)! Anche io fantastico sul prossimo viaggio, altrimenti chi la trova l'energia per tirarsi su dal letto al mattino (soprattutto se fuori piove)? ;)

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